La missione prioritaria della cooperazione intesa nella sua duplice natura come movimento sociale e come fenomeno imprenditoriale è quella di contribuire, da un lato, a dilatare lo spazio occupato dai mercati civili e dall’altro a tutelare l’economia di mercato dai rischi e dai pericoli di una sua lenta ma progressiva involuzione. I mercati sono civili se in essi possono operare, in condizioni di pari dignità e senza alcuna discriminazione, organizzazioni economiche che, pur non avendo lo scopo ultimo del profitto, come è appunto il caso delle imprese cooperative, sono ugualmente capaci di generare valore, cioè creare ricchezza, oltre che porre le condizioni affinché la felicità sia pubblica, ovvero che riguardi il maggior numero di persone possibili. La cooperazione non è un’opzione, ma affonda le sue radici nella stessa realtà biologica e nel tessuto relazionale delle comunità umane, in cui si configura come ineludibile un’etica che ha il suo fondamento nell’ontologia dell’interdipendenza, impermanenza e vacuità di tutti gli esseri. Perciò l’espressione “radici” nel titolo di questo volume va intesa nella duplice accezione di genesi storica del movimento cooperativo e di oggettiva interconnessione ontologica quale conditio sine qua non della stessa cooperazione.
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