L’autore esamina la disciplina comunitaria sullo scambio di informazioni tra amministrazioni finanziarie, in materia di accertamento e riscossione. Tale disciplina rappresenta il primo modello giuridico con il quale gli Stati membri, in un’ottica di pluralità e di armonizzazione delle normative fiscali interne, hanno colmato l’assenza di un principio di diritto internazionale o di una pratica internazionale sull’obbligo di collaborazione tra Stati sovrani in materia tributaria. L’introduzione di regole armonizzate sulla cooperazione fiscale si è resa necessaria per contrastare gli effetti negativi che le pratiche di frode e di evasione transfrontaliera hanno prodotto, e continuano a produrre, sul gettito dei tributi e sull’inosservanza del principio di giustizia fiscale. La realizzazione del mercato comune ha poi imposto l’eliminazione di ogni forma di distorsione nei movimenti dei fattori produttivi e delle condizioni di libera concorrenza. Nella ricerca si ripercorrono le tappe evolutive della normativa comunitaria sullo scambio di informazioni, collocando gli eventi nelle dinamiche del processo giuridico di armonizzazione, così giungendo a individuare i presupposti scientifici e i limiti della futura cooperazione amministrativa in materia fiscale.
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