Le migrazioni climatiche e ambientali costituiscono un osservatorio privilegiato per analizzare le trasformazioni contemporanee del diritto, mettendo in luce le tensioni tra mobilità, disuguaglianze e giustizia globale. Adottando una prospettiva socio-giuridica, il volume indaga le risposte normative – e i vuoti di tutela – dinanzi a forme di mobilità forzata legate a disastri ambientali, degrado ecologico e cambiamento climatico, mettendone in evidenza l’intreccio con le eredità del colonialismo e con le configurazioni attuali del potere globale. In uno scenario segnato da una governance migratoria sempre più restrittiva e securitaria, le migrazioni ambientali sollevano interrogativi fondamentali circa la capacità dei sistemi giuridici di tutela dei diritti umani di riconoscere e tutelare soggettività vulnerabili, mostrando al contempo come il diritto stesso possa divenire strumento di esclusione e marginalizzazione. Attraverso un’analisi che incrocia sociologia del diritto, teoria critica dei diritti umani e approcci decoloniali, il testo mostra come queste mobilità sfidino le categorie giuridiche esistenti e riattivino il potenziale trasformativo del linguaggio dei diritti.