Che tipo di rapporti sussistono tra diritto e tecnica? È davvero possibile sostenere, come fanno alcuni, che quest’ultima sia “neutra” rispetto alle sue potenziali applicazioni? E ancora: è immaginabile che il ricorso al “metodo retorico”, che affonda le sue radici nella filosofia di Platone e Aristotele, sia uno strumento utile al giurista dell’“era digitale” (per esempio come sistema più efficace per consultare una banca dati)? A queste e altre domande cerca di dare risposta lo studio condotto in questo saggio, mostrando tutta l’attualità del “classico” in un momento di forti cambiamenti per la cultura giuridica. L’obiettivo è quello di contribuire alla fondazione rigorosa del metodo giuridico nel campo dei sistemi informatici – sempre più pervasivi nella concreta prassi forense – nella motivata convinzione che le procedure topico-dialettico-retoriche siano del tutto appropriate a garantire la razionalità dei discorsi che si svolgono nel contesto argomentativo del diritto (e del processo in particolare), anche a tutela della libertà e della dignità di chi in essi sia chiamato ad agire.
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