Queste pagine mirano a fornire una panoramica di come l’informatica umanistica applicata alle scienze dell’antichità, in particolare quelle legate alla testualità di lingue e letterature “morte” come il greco e il latino, sia un ambito di ricerca vivace e in fermento. Grazie a questa disciplina ibrida, studi letterari difficili e ostici, spesso percepiti come avulsi dalla realtà, possono attecchire con nuova vitalità tra i banchi di scuola così come investire con una ventata di rigore e coerenza filologica avidi lettori, amatori di arte classica, appassionati di storia antica. Nella storia occidentale, l’umanità è passata dall’oralità alla scrittura, dal rotolo di papiro al codice di pergamena, dalle pagine vergate a mano ai torchi della stampa a caratteri mobili e infine dalla produzione di libri industriale alla volatilità del digitale. È proprio considerando la diversa consistenza del dato informatico rispetto alla fissità della carta che le basi della filologia e della critica testuale sono tra i campi d’indagine prediletti dell’informatica umanistica: qui le metodologie e gli approcci teorici desunti dall’informatica non forniscono solo strumenti innovativi, ma cambiano la fisionomia dello studio della tradizione del testo.
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