Il disturbo da gioco d’azzardo, prima ancora che una dipendenza, è una metafora della mente contemporanea: una mente sospesa tra desiderio e perdita, tra controllo e abbandono, tra il bisogno di eccitazione e quello di quiete. Questo volume esplora il Disturbo da Gioco d’Azzardo in una prospettiva multidisciplinare che intreccia neuroscienze, psicologia, arte e cultura. Nei contributi raccolti, la dipendenza viene letta come linguaggio della psiche e del corpo, come forma attraverso cui l’individuo tenta di regolare un vuoto, di rispondere a un’eccessiva esposizione al rischio o al silenzio dell’esperienza interiore. Dalla neurobiologia dell’impulsività alla fenomenologia del legame, dal gruppo terapeutico alle narrazioni letterarie, il percorso del libro si muove tra scienza e umanesimo, cercando nel gioco non solo la patologia, ma il simbolo di una condizione umana che chiede di essere ascoltata, pensata e trasformata.