Quando nel 2017 Donald Trump è diventato presidente, il muro tra Stati Uniti e Messico esisteva già. Dagli anni Novanta del secolo scorso un primo tratto di barriera era sorto all’altezza di San Diego. All’indomani dell’11 settembre era stato istituito il Department of Homeland Security, responsabile, tra l’altro, della sicurezza frontaliera. Dal 2006 il progetto si è ulteriormente sviluppato, raggiungendo, in circa due anni, la lunghezza di 1.120 chilometri, anche con il contributo dell’amministrazione Obama, che solo successivamente ne avrebbe fermato i lavori, senza però abbattere la barriera. Tuttavia il tycoon era intenzionato ad andare oltre: ricorrendo a misure emergenziali avrebbe proseguito la costruzione di quel muro varando al contempo una mole di provvedimenti tesi a fermare l’immigrazione clandestina e i cartelli della droga. Nel 2021, il presidente Biden inverte nuovamente la rotta delle politiche migratorie, ma non quelle per il muro che resterà esattamente dove si trova, compreso il prolungamento realizzato dal suo predecessore. La selezione dei documenti normativi qui tradotti in italiano propone un interessante e insolito squarcio su questa intricata vicenda favorendo quell’imprescindibile riscontro filologico in grado di accorciare il vuoto che separa l’impressione dalla conoscenza.
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